lunedì 23 maggio 2011

Un po' di spiegazioni

In questi giorni ho deciso di cancellare il mio profilo facebook. Il mio disappunto nei confronti dei socialnetwork l'avevo già espresso dal primo post di questo blog, tuttavia è giusto fornire una spiegazione in merito questa decisione, a chi è arrivato qua dai link che ho lasciato sui miei ultimi post:
  • Innanzitutto SI, è una manovra per pubblicizzare un minimo questo mio blog, sebbene il quale sia ancora spoglio di utilità e ricco di autocommiserazioni e seghe mentali, diventerà a breve la centralità della mia presenza sul web, ovviamente cercherò di migliorare la mia capacità di scrittura e la qualità dello scritto, venendo incontro ad una qualche ricercatezza di quello che condivido. Qualcuno potrebbe obiettare che questo si può fare tranquillamente su FB, ma in limiti in termini di dispersione (in un luogo dove tutti gridano la propria si diventa sordi velocemente), di durevolezza di quello che viene scritto, la ridotta capacità di lettere a disposizione nello status che ci obbliga a ripiegare in mezzi meno visibili quali le note (sebbene più durevoli), rendono la comunicazione un punto di forza dei blog e un terreno palustre FB;
  • Il tempo non torna, e facebook me ne fa perdere a dismisura. Inevitabilmente penso a quante lettere ho sottratto alla lettura di un buon libro (da sempre mia grande passione, ora decimata), allo studio, ad una maggiore informazione o alla stessa stesura di ciò che avrei voluto scrivere qua, il tutto per un cazzeggio estenuante e di dubbia utilità... Non parliamo poi dei minuti che avrei potuto dedicare al suonare, al disegnare, al fare qualcosa di utile ma anche al "semplice" dormire - all'allenamento no, su quello sono integerrimo :D -  o che avrei potuto perdere in qualsiasi modo migliore. Il fatto è che nel mio piccolo mi sento un facebook-dipendente, non in una dimensione estrema ma in una molto più ordinaria e "normale", e non sapendo impormi un limite preferisco cessare la mia presenza almeno finché non sarò certo di poter ottenere un giusto equilibrio;
  • Morbosità. In questi anni le persone hanno portato la loro vita su questo social network e allo stesso modo hanno alimentato una curiosità "forzata" ad ottenere informazioni su ogni singolo individuo, una sorta di piazza del pettegolezzo dove inevitabilmente ci si ritrova a farsi i cazzi degli altri. Chiamatela sega mentale, ma non sono sicuro che questo sia un qualcosa di positivo, personalmente lo trovo torbido e soprattutto poco utile a conoscere i propri contatti, a determinare come sia la persona da post e link, magari creandosi un'idea totalmente sbagliata di essa... Il mio diventerà forse un vano tentativo di essere più social e meno network, è vero che ci sono elementi come la chat che ho usato poco e che permettono di confrontarsi velocemente, ma allora preferisco decisamente msn, che con un po' di accorgimenti (password che non sia di 4 lettere, blocco immediato di contatti che improvvisamente ti rimandano a strani link scrivendoti in inglese, un buon antivirus e un programma decente come aMSN) è decisamente sicuro, e almeno là si possono mettere le cazzo di faccine che si vogliono :3;
  • Anticonformismo, si, questo banale ed arcaico sentimento da bastian contrario, che mi spinge ad agire in maniera opposta a quello che fanno gli altri è anche una questione di coerenza, considerato che ho sempre contestato questo mezzo, ma l'essermi presentato solo in ultimo con un nome vero che non fosse uno pseudonimo o un anagramma non è più sufficiente a dimostrare una coesione di principi. Sia ben chiaro, non sputo in faccia a questo social network, ritengo che sia fondamentale per alcuni meccanismi di informazione veloce senza censura, ha permesso addirittura di organizzare rivoluzioni in nordafrica, tuttavia personalmente mi sento decisamente stordito e impigrito da questa enormità di link ed eventi, e con questo apro un altro paio di capitoli;
  • Già da tempo ci sono allarmi sul effetto sociale che ha facebook, e non posso non notare una certa plastificazione dei rapporti umani, dove ricordarsi del compleanno di una persona diventa un dovere facilmente ovviabile, dove  la tua vita è di dominio pubblico e già molti sanno cosa ti è successo, stroncando di molto la comunicazione reale tra persone (felice di non aver varcato questo limite). Inevitabile poi la marea di complessi che genera un sistema che di default si basa su concetti di "popolarità da college", ma l'aspetto a mio parere più preoccupante è quello legato alla sfera emozionale, la sensazione è quella di ritrovarsi più apatici ed indifferenti e ancor più spaventosamente ridotta è la capacità di ridere. Laddove una volta un'immagine demenziale presa dal web ti faceva sbellicare per un quarto d'ora, attualmente in una marea immane di cazzate, video e immagini, ci si ritrova al massimo a sorridere come ebeti davanti allo schermo e ad esprimere questo divertimento con un "lol". Vero è che la comicità è un terreno che si presta ad un veloce deperimento, e che i vari tormentoni non aiutano, resta il fatto che alcune trovate sono veramente geniali, eppure difficilmente strappano qualcosa di simile ad una risata di gusto, peggio ancora questa incapacità la sento sempre più evidente anche oltre quello che è internet, pertanto voglio evitare di oltrepassare quel confine che possa privarmi di una risata sincera nella "vita reale";
  • Dispersione, ancora questa, ma non in termini di visibilità, bensì di capacità di memorizzare. Così come sono presenti cagate aberranti, su FB trovano spazio anche riflessioni argute, citazioni che non si conoscevano, affascinanti passi da libri e quant'altro. Ma sempre per un effetto di sovrabbondanza d'informazioni, queste rimangono poco nulla in mente, i meccanismi d'attrazione e distrazione fanno in modo che rimangano in circolo nella memoria breve per qualche minuto per poi sparire quasi definitivamente. La sensazione è quella di trovarsi in un bazar cinese, dove ad oggetti utili si accosta paccottiglia colorata, inevitabile che il risultato sarà perlopiù l'indifferenza. Questo è un altro dei punti che rendono un mezzo meraviglioso un terreno paludoso, dove solo poco riesce ad emergere superficialmente dal fango;
  • Motivi personali, qualcuno l'avrà pensato e intuito il perché, ovviamente non spiegherò quali, ma ce ne sono, tuttavia l'influenza che hanno nella mia decisione è di modesto rilievo;
  • Funziona male, inutile dirlo, la gestione è penosa e i bug anche troppi, motivo in più per non averlo.

Questo è tutto, mi rimando al giudizio personale di chi sarà giunto fin qua, ci tengo a precisare che non mi faccio illusioni sul fatto che ora sarò al sicuro dal trattamento di tonnellate di dati personali a scopi pubblicitari, o che la digos prima o poi verrà a prendermi a casa, tantomeno non escludo un mio ritorno, magari affranto da sindrome da *forever alone*... ma ora come ora la mia domanda è: posso vivere tranquillamente senza? 

5 commenti:

  1. Mi sembra molto sensato.
    Ci si può pensare su, ma di certo sono opinioni condivisibili.

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  2. e alla fine del post puoi condividere sui maggiori social network!wow!

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  3. Risposta: "Sì, puoi vivere TRANQUILLISSIMAMENTE senza Facebook, senza Internet, senza tante comode complicazioni imposte dal progresso".

    Ammiro ed apprezzo la tua scelta :) I tuoi contatti li ho, in giro ci si becca, e avanti così \m/

    Ciao boss B-)

    Davide "scen" Cendron

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  4. Navigando alla ricerca di un perché compiere questa scelta mi sono imbattuto in questo articolo, ripropone in maniera un po' più mirata ed esaustiva quello che ho maturato:

    http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&thold=-1&mode=flat&order=0&sid=5219

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  5. Ottima riflessione, ci sono diversi spunti interessanti!
    Ci becchiamo presto (si spera!)!
    Beli

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