martedì 19 ottobre 2021

Parco Dora, una Salita (e una discesa)

Ho sempre detestato gli applausi per qualcosa di notevole da me compiuto, come fossero lì a inquinare il perché del mio desiderio di muovermi. Per non dire un demerito nei confronti di chiunque si metta in gioco, pur non facendo qualcosa di apparentemente spettacolare.

Eppure questa volta sono sereno e accolgo con piacere questo applauso, che non sento rivolto al mio io narciso, ma all'aver portato ispirazione nel cuore di chi si muove. Felice di non essermi sottratto alla chiamata di questa sfida, che mi limitavo a sognare alla mia prima visita al parco Dora, cinque anni addietro. Felice di essermi potuto fidare delle mie sensazioni e di essere stato all'altezza dell'estrema serietà del compito.

Negli anni ho capito essermi fatto carico di una quantità di infelicità non opportunamente bilanciata da sufficiente gioia. La realizzazione attuale è che muovermi, e compiere gesti al di fuori di ciò che credo possibile, mi permette di cedere una parte del peso di quell'infelicità a favore di un senso di contentezza e riempimento. Senso che trascende la sterile "soddisfazione": con queste cose mi sento realizzato e pieno.

Grazie a Filippo per aver documentato alcune parti di questa esperienza.