lunedì 2 settembre 2024

Parkour: dove siamo oggi

Come alcuni di voi sapranno, nell'ultimo paio d'anni sono stato lontano dal Parkour. Non dall'insegnamento (che in grande parte è la mia professione), né dall'allenamento in generale, bensì dall'esercizio specifico e assiduo di quest'arte e dal viverne a pieno la pratica con tutti i suoi aspetti.

Una distanza mentale più che geografica, se vogliamo dire.

In parte alimentata dall'approccio al Brazilian Jiu Jitsu, cosa che mi ha permesso di maturare più conoscenza di un aspetto finora a me quasi totalmente sconosciuto: quello delle dinamiche agonistiche della stragrande maggioranza degli sport, con le federazioni, i diversi campionati e le relative conflittualità interne. Ultimamente proprio questo fattore mi ha fatto riflettere sulla situazione attuale della nostra disciplina.

La lontananza che ho sperimentato mi ha reso un osservatore, meno coinvolto dalle dinamiche in gioco e forse più libero che mai da bias a riguardo. Proprio sulla base di queste osservazioni (pur sapendo che comunque il mio è un punto di vista parziale, legato alla mia percezione e non a dati oggettivi) voglio fare qualche considerazione che cercherà di dare un panorama più distaccato possibile di come vedo la nostra disciplina adesso. O dovrei dire sport.

Sport proprio perché la fase che stiamo vivendo (in Italia ma già da ben prima in buona parte del mondo) è puramente quella sportiva, di evoluzione massima dell’aspetto tecnico e sensazionalista legato a questo.

Raduno gopk estate 2010

Le comunità che posso distinguere della nostra area di movimento attualmente sono 3:

- quella dell’Art Du Déplacement, con un’identità decisa e finalmente distaccata dalla sorella più famosa. Ancora prevalentemente legata alla figura degli Yamakasi, sebbene si inizino a intravederne con più insistenza gli eredi. Verosimilmente improntata a promuoversi nel futuro con una struttura simile alle arti marziali e un'ottica più tradizionale, un po' come accade in alcune Gracie Academy nel BJJ.

- quella del Parkour, giovane se non molto giovane, a sua volta divisa in diverse realtà ma tutte fortemente sport oriented e quindi con una spiccata componente competitiva. Legata a grandi palestre ma non solo, numericamente importante e con un discreto ricambio generazionale, spesso "usa e getta".

- quella della “terra di mezzo”, anagraficamente sempre più vecchia, legata perlopiù ai vari corsi di avviamento alla pratica e che si trova ancora e metà tra i due confini sempre più netti. Legata un po’ all’una e un po’ all’altra parte ma senza particolare propensione per una delle due, sebbene si autoidentifichi più di frequente come "Parkour", pur non disdegnando "Movement culture" come alternativa.
 
Una comunità molto a rischio scomparsa, per il fondamentale non allineamento a uno dei due poli, nonchè per la propria età e lo scarso ricambio generazionale (salvo qualche raro intraprendente autodidatta o qualche ancor più raro corsista curioso di oltrepassare la “soglia”). Sorprendentemente però potrebbe mantenere una fiammella accesa nel tempo grazie all'azione di pochi e tenaci individui, resistendo alla polarizzazione in atto.

Non credo invece esista più una comunità di Freerunning, a tutti gli effetti assorbita dal Parkour. Al giorno d'oggi freerunner pare essere un termine desueto, perlopiù usato per designare qualche vegliardo leggendario dal punto di vista della performance.

Jam Krap / Gopk Padova 2009

Nello specifico non mi soffermerò ad approfondire alcuna di queste comunità, ad eccezione di quella del Parkour (come da titolo del post), alla quale, in quanto hobbit della terra di mezzo, NON appartengo.

Qual è dunque la mia percezione della comunità del Parkour?

Quella di una comunità da due diverse sfaccettature, in qualche modo simile a com'è sempre stato fin da quando ho iniziato, ma con valori e intenzioni diverse.

Una più "pura", legata all'outdoor (pur non disdegnando gli spot al chiuso), allo spingere l'aspetto di movimento oltre i confini attuali, settando nuove pietre miliari e standard, senza rinunciare all'esplorazione e alla creatività in relazione all'ambiente d'allenamento. Per quel poco che conosco la comunità degli skaters, apparentemente l'utilizzo degli spazi, i valori e le intenzioni sembrano essere più vicini culturalmente a questo mondo anzichè ad alcuna comunità originale di Parkour.

L'altra più "gym oriented", legata all'allenamento al chiuso o su strutture, ugualmente interessata a spingere i confini ma prevalentemente dal punto di vista acrobatico e inevitabilmente vicina alle competizioni FIG, se non ai diversi contest nel quale si ritrova spesso anche l'altro gruppo.

Notare che i confini tra queste due sfaccettature sono molto labili e che molti si trovano a cavallo tra queste, tuttavia la coesione sociale pare maggiore che in passato, in quanto unita dall'ammirazione assoluta per la performance di una certa entità.

Jam Krap / Gopk Padova 2009

Gli aspetti che identifico come positivi (o presunti tali) di questa comunità attuale sono:

- buona coesione sociale e inclusività
- minore ottica di pregiudizio tra le varie identità
- abbastanza ancorata alla visione outdoor
- tecnicamente qualitativa (sebbene spesso molto selettiva)

Quelli critici:

- problemi con il rispetto degli spazi d'allenamento e l'utilizzo degradato degli stessi (cosa vista purtroppo troppo di frequente con i propri occhi). Si salvano i gruppi più istituzionalizzati che fungono un po' da educatori a riguardo
- scarsa durevolezza del praticante medio (salvo selezione naturale)
- molto più al limite sull'aspetto di rapporto autoconservazione/performance
- vicinanza a dipendenze di varia natura
- prestigio sociale basato quasi solo sul risultato e sui "send" fatti
- senza un vero scopo al di fuori della performance e dell'eventuale ricerca del successo tramite questa
- troppa passività o praticanti "di contorno", spesso di solo pubblico ai forti

jam Padova 2019?

Cosa ci riserva il futuro?

Le ipotesi sono sempre un po' azzardate. La presenza come in ogni movimento di una corrente "conservatrice" e di una "progressista" porterà a nuove evoluzioni? O siamo arrivati alla fase di sedimentazione oltre la quale l'assenza di scontro, ma anche di una struttura sportiva tradizionale, farà propendere verso l'assoluta nicchia (un po' come Breakdance e Skate)? La nascita di futuri social media segnerà nuove direzioni come sempre stato finora?

Oppure sarà il rifiorire improvviso della "terra di mezzo" come effettiva comunità di Parkour, magari arricchita da tutti quei praticanti appassionati che saranno a loro volta diventati "vecchi"?